Mi sono speso molte volte per molto tempo a spiegare come la qualità delle batterie sia una questione essenziale. Molte di queste volte mi sono scontrato contro il muro di gomma del risparmio a tutti costi: le batterie Apple (di quelle si parlava) hanno un prezzo maggiore e allora le compatibili, che costano meno e ci sentiamo astuti nel comprarle, perché tanto alla fine sono batterie come tutte le altre.
Cose che capitano. Speriamo che capiteranno meno dopo la pubblicazione dell’articolo di The Verge sui test condotti da Lumafield.
Le batterie a ioni di litio comunemente reperibili sono prodotte essenzialmente da una decina di aziende. Lumafield ne ha prese un centinaio per produttore e le ha sottoposte a scansione a raggi X. Del migliaio di batterie esaminate, quatrrocentoventiquattro erano a basso costo. Di queste, trentatré evidenziavano un problema interno grave, con il potenziale di generare incendi o esplosioni.
In breve: tra le batterie a basso costo, e si parla di modelli comunemente disponibili su Amazon o su Temu, quasi una su dieci è a rischio grave. Nessuna delle batterie di marca esaminate aveva questo problema.
Esistono peraltro altri livelli di problemi, meno gravi ma che dovrebbero portare a giudizi più duri verso batterie dal prezzo molle. Capita per esempio che la batteria venga dichiarata di amperaggio triplo rispetto a quello che la struttura interna gli consente di erogare.
Lo studio citato si può ottenere per posta, lasciando i propri dati come noiosa consuetudine. L’articolo qui linkato, tuttavia, dovrebbe bastare e avanzare a chiunque sia dotato di un grammo di buonsenso.