L’inizio di questo post lo devo a kOoLiNuS per avere segnalato una congiunzione astrale davvero atipica: Affinity ha eliminato ogni traccia delle sue app dall’App Store per Mac e ha reso gratuite le proprie app per iPad, che già erano un affare a pagamento, figuriamoci ora.
Non è dato sapere quando la congiunzione astrale favorevole terminerà. Poche ore prima di scrivere ho approfittato con successo dell’offerta, che è (o era) del tutto concreta.
Il tutto prelude a una notizia che potrebbe essere buona o cattiva. Affinity promette infatti libertà creativa in arrivo per il 30 ottobre, evidentemente occasione per un nuovo annuncio. Va ricordato però che lo scorso anno Affinity è stata acquisita da Canva, la quale ha fatto un sacco di promesse di tenere il marchio vivo e competitivo. Vedremo se erano verità o chiacchiera da marketing.
Per chi usa app come quelle Affinity, tagliate su misura per professionisti dell’editoria nel suo senso più allargato, viene naturale pensare al concetto di lorem ipsum, il testo riempitivo che viene inserito in progetti grafici e prototipi di comunicazione per simulare l’effetto del testo autentico che poi vi si troverà. A questo proposito fa piacere segnalare la quarta versione delle API di Brett Terpstra per produrre lorem ipsum in formato Markdown. È un giocattolo (in senso ammirato) veramente bello, che consente anche di attingere a fonti di testo autentico come Alice nel Paese delle meraviglie o 1984 di George Orwell, con tante opzioni interessanti.
A questo proposito, Terpstra sviluppa in linguaggio Ruby, la cui gestione ordinata sta incontrando qualche problema. Di recente è successo che una delle organizzazioni attorno al linguaggio, Ruby Central, ha praticamente espropriato del suo repository GitHub un’altra comunità, RubyGems. Come accade sempre quando ci sono diatribe interne all’open source, quello che accade veramente è sempre piuttosto opaco e capire se ci siano ragioni e torti, e quali, è complicato. Certamente la sussistenza di Ruby come linguaggio non è in discussione.
Abbiamo blogger italiani, piattaforme Apple, software creativo, politiche commerciali, sviluppo indipendente, open source, libri classici, community di software libero. È così che funziona il mondo oggi; c’è sempre un collegamento tra ambiti anche in apparenza lontani e mai come in questo caso la possibilità di pubblicare ipertesto lo mette in evidenza.
Chissà se, in tutto quel tempo che passano a scuola, qualcuno prova a insegnarlo alle mie figlie.
E così abbiamo pure la didattica.