Quickloox

Dal mondo Apple all'universo digitale, in visualizzazione rapida dell'ovvio

25 set 2025 - Software

Mac e liquidità

Direi che rispetto all’impatto di macOS 26 su interfaccia ed esperienza utente, Sabino costituisce una ottima lettura di riferimento.

Molto più superficialmente, dal punto di vista del semplice utente che non ha provato alcuna operazione sofisticata, trovo un filone critico molto azzeccato e un altro francamente eccessivo.

Premetto che, come utente, tendo a essere liberale e adottare un cambiamento al posto di resistergli. Quando Mac OS X 10.7 Lion aveva invertito la direzione di scorrimento preimpostata, per allinearsi al comportamento dei device, avevo lasciato la nuova impostazione e in capo a pochi quarti d’ora ero abituato alla nuova direzione.

Altri preferivano con forza l’impostazione precedente. Nessuno rimase trascurato, perché le Preferenze di sistema permettevano di invertire a piacere la direzione dello scorrimento. Apple chiamò quello nuovo naturale e non lo era affatto, così come non era naturale lo scorrimento vecchio; semplicemente, erano convenzioni di utilizzo e una equivaleva all’altra.

Oggi, in macOS 26, molti anni dopo, quella preferenza c’è ancora. No problem per nessuno.

Vale per un cambiamento di Tahoe che era già avvenuto in passato: la barra menu traslucida che lascia intravedere lo sfondo. Apple, ogni tanto, si lascia prendere dalla voglia di trasparenza.

A qualcuno dà fastidio, ad altri no; è questione di gusti e una impostazione di sistema permette esattamente di avere la barra opaca. Nessun problema.

Dove ci sono problemi, è con le icone. Apple ha deciso di standardizzare il contorno delle icone, che devono svilupparsi all’interno di un quadrato con gli angoli arrotondati.

E fin qui. Il punto è che, in barba all’idea di Liquid Glass, le icone non aggiornate alla nuova regola, in vista icone nel Finder, sono avvolte da un inelegante grigio che colma tutto lo spazio vuoto fino al margine esterno.

Il risultato è brutto. Apple ha introdotto la possibilità di variare uniformemente la tonalità delle icone e in alcune delle alternative l’effetto è meno deprimente, ma non si elimina. Non so se sperare che tutti aggiornino le icone (qualcuno lo farà, tutti sicuramente no) o che Apple torni indietro nel breve (molto improbabile).

Un altro spigolo del sistema dai rettangoli arrotondati sta nelle trasparenze dei menu, che come la barra da cui originano lasciano intravedere quello che sta dietro. Anche qui va a gusti; purtroppo però non mi risulta che sia possibile opacizzare i menu più di quanto consenta la riduzione – non l’eliminazione – delle trasparenze attraverso l’omonima opzione di accessibilità.

Da liberale, non sono particolarmente disturbato dalla trasparenza dei menu, ma capisco che altri possano non gradirlo.

In tutti i casi, con oggi è quasi una settimana che uso macOS 26. Usato principalmente per lavorare. Ho lavorato tranquillamente.

Vuol dire che non è giusto lamentarsi dei menu trasparenti? Certo che no, anzi, è giustissimo e spero che arrivi un comando che consenta di opacizzarli se desiderato. Al limite un comando da Terminale, se non da Finder, ma qualcosa.

Dove invece dissento è sul tenore di vari articoli comparsi soprattutto dopo la prima beta, che trattavano il sistema come definitivo anche se gli autori hanno visto passare decenni di beta e sanno benissimo che non è mai così.

Il tono di alcuni era catastrofico, un tradimento dei principî dell’interfaccia umana, lo scollamento tra l’azienda e le esigenze degli utenti che lavorano, la mancanza di progresso dai tempi di Steve Jobs (che presentò fiero Mac OS 10.0 con trasparenze ovunque e approvò la bara dei menu di Lion) e un sacco di altre cose.

Non mi metto a tirare in ballo nomi e articoli perché non ho voglia e poi perché questa è una prima iterazione di Liquid Glass; alla seconda o alla terza vedremo probabilmente aggiustamenti che renderanno parzialmente obsoleto qualche parte di quello che abbiamo scritto a giugno e scriviamo ora.

Però, ragazzi e ragazze: ci sono novità azzeccate, altre meno, ci sono errori, ci sono aspetti che vanno a gusti e OK.

Ma è sempre Mac. Questo tradimento delle radici, degli utenti, dei professionisti, dei grafici, tradimento totale di tutto e tutti che rende il sistema prossimo all’inusabile, no, non è così.

E, per dire, i widget che ora stanno fissi sullo sfondo scrivania sono meglio di prima, tanto che me li sono configurati a piacere e ho ridotto il numero di finestre aperte per poterli avere sempre sott’occhio (ho il vizio di lasciare aperte tutte le finestre e a un certo punto creare scrivanie un filo caotiche).

Serve una critica per bilanciare? Mi sono ritrovato FileVault attivato. La cifratura del disco non è una cosa che si cambia per default senza dirlo. Se sbaglio me lo devi dire, se devo cambiare questo comportamento serve spiegarlo molto chiaramente.

Non toglie nulla alle critiche o alle cose che non vanno e non scusa niente. Però è una mixed bag, non un disastro identitario.

Commenta