C’è qualcosa di disturbante nella confessione di Sean Heber su Mastodon:
ChatGPT e altri servizi di AI stanno di fatto uccidendo Iconfactory e non esagero, né è un’iperbole.
La ragione verte attorno al valore del design di qualità:
Prima Twitter/Elon ha fatto fuori la principale app il cui fatturato teneva le luci accese, poi l’intelligenza artificiale generativa è esplosa per dare il colpo finale al fatturato da design.
Di questo si parlava a luglio. Settembre ha compiuto il giro di boa e Iconfactory appare ancora attiva e vitale, solo che non vediamo dietro le quinte. Poco tempo dopo il post di cui sopra, l’azienda bloggava della possibilità di vendere qualcuna delle sue app per mancanza del tempo necessario ad aggiornarle tutte in modo degno.
Ovviamente si spera per il meglio, ma Iconfactory è il dito. La luna è il problema posto dai chatbot ad aziende come questa, che basano reputazione e fatturato sulla qualità del design.
Iconfactory è rinomata principalmente per il design delle sue icone. Una nicchia di mercato che uno fa fatica a credere fattibile e che invece un ecosistema, quello di Macintosh, ha reso possibile. Macintosh ha proposto computer e interfacce in cui il design e la qualità visiva costituissero un valore aggiunto e, all’interno di una proposta come questa, lavorare sul valore e sull’unicità delle icone ha un grande senso.
Si direbbe che il ricorso a ChatGPT intacchi il business di Iconfactory solo marginalmente, visto che quelli disposti a qualsiasi risultato purché costi poco o sia addirittura gratis non rappresentano in apparenza il parco clienti potenziale di Iconfactory.
Ritengo che il fattore tempo sia quello inaspettato e imprevedibile che sposta i valori dell’equazione. A prescindere dalla capacità di valutare un design, di apprezzare la qualità, di volersi connotare positivamente, rivolgersi a Iconfactory richiede tempo. ChatGPT e compagni non competono sulla qualità, specializzati come sono in aurea mediocritas.
Però una nuova icona in ChatGPT, personalizzata nella forma anche se omogeneizzata nella sostanza, arriva in una manciata di minuti. Dà pure l’illusione al committente di essere stato parte attiva, di essere stato creativo.
Prima che per Iconfactory, il problema si pone lungo l’intera struttura sociale. Altri cambiamenti dirompenti, con la musica digitale, con i libri elettronici, con il commercio elettronico, non hanno azzerato la qualità. Spotify può inondare di spazzatura musicale le ventiquattr’ore di una torma di persone prive della cultura dell’ascolto, ma continuano a uscire buone canzoni così come buone serie televisive, buoni film al cinema, buoni libri, buon tutto. Possiamo chiamare Glovo da casa e farci portare pollo e patatine, però l’alta cucina prospera e i ristoranti di qualità proseguono.
Il design è un settore dove una forza di mediocrizzazione di massa ha sul design e sulla qualità lo stesso effetto di un tagliaerba sui fiori.