Fa pensare che AppleWorks sia uscito nel millenovecentoottantaquattro per Apple II e sia arrivato su Macintosh solo sette anni più tardi.
AppleWorks è stato uno dei programmi più brillanti e caratteristici dell’ecosistema Apple ma, come racconta The Electric Light Company, ha avuto una storia notevolmente travagliata, prima cambiando società di sviluppo più e più volte e poi attraversando le peripezie di Apple a cavallo tra la crisi di metà anni novanta e il ritorno di Steve Jobs.
Peccato, perché era versatile il giusto ed eclettico a sufficienza, quello che serviva per lavorare a un livello di qualità professionale senza orpelli o menu gonfiati di opzioni inutili.
A dirla tutta, AppleWorks ha sofferto da subito il porting su Mac. La versione Apple II aveva il vero spirito Apple e letteralmente abbracciava i pregi e i difetti della macchina per tirarne fuori il meglio. Su Mac è stato davvero da apprezzare, però non è arrivato a dare quell’impressione.
In ogni caso, onore al merito, per avere fornito per anni una alternativa ragionevole e razionale a certo bloatware.