Spero si noti che cerco di contenere la copertura delle ultime su chatbot e LLM. Una risorsa che mi ha aiutato molto è la Guida per odiatori della bolla della AI del commentatore e critico Ed Zitron.
Il vero contenuto è lontano dalla facciata del titolo, che semplicemente fa il verso a uno schema noto. Non c’è alcun odio, piuttosto il frutto di un lavoro approfondito di ricerca e documentazione giornalistica.
La summa: l’ecosistema della attuale definizione di intelligenza artificiale è insostenibile. Giganti come Alphabet (Google) o Meta (Facebook) possono assorbire perdite ingenti, ma sulla AI perdono soldi a palate. OpenAI, la punta di lancia e l’azienda con la reputazione principale nel settore, dipende per la propria sopravvivenza da un maxifinanziamento che arriverà solo se si verificheranno un paio di passaggi burocratici-finanziari che è ancora presto per dare per scontati.
Altrimenti, la regola per tutti gli LLM oggi sul mercato è buon numero di utenti gratuiti, numeri infimi di paganti, fatturati risibili, spese fuori scala.
Se OpenAI non riesce a garantirsi il finanziamento, nel 2027 avrà problemi seri. Se ci riesce, rinvierà il problema. La sua strategia è promettere la luna e trovare qualcuno disposto ad aprire il portafogli in segno di fiducia; una scommessa costantemente al rialzo, che finora è andata bene ma finirà per scontrarsi con limiti sempre più vicini.
È una lettura ma la raccomando. Più che stare attenti agli scivoloni linguistici della AI, è il caso di guardare i bilanci: entro due anni potremmo avere grosse sorprese.
Esclusa, ovvio, la favolosa intelligenza artificiale generalista.