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Dal mondo Apple all'universo digitale, in visualizzazione rapida dell'ovvio

9 lug 2025 - Internet

C’è chi dice no

Non sono d’accordo, piuttosto farei dei distinguo. Tuttavia trovo interessante l’iniziativa della lettera aperta degli insegnanti che si oppongono all’adozione di intelligenza generativa nell’istruzione.

Per ora è poca cosa: trecento firme di cui oltre l’ottanta percento verificate.

La lettera definisce la GenAI nella sua forma attuale come corrosiva per la capacità di azione di studenti, educatori e professionisti.

Inoltre stabilisce una linea operativa in otto punti, tra i quali non usare l’assistenza generativa nel progetto dei corsi di studio, evitare che gli studenti la usino in sostituzione del loro sforzo intellettuale e di crescita, respingere le avance di venditori esterni al mondo della scuola, inserire la GenAI nei piani di studio in modo fine a sé stesso per mostrarne la presenza in quanto tale.

C’è infine un forte accento sugli aspetti non etici della tecnologia attuale, che comprendono sfruttamento della forza lavoro, pirateria di infinite opere di creatori e artisti, discriminazioni nocive, produzione di disinformazione di massa e inversione della traiettoria della riduzione di emissioni dannose per l’ambiente.

Alla prima lettura non ero d’accordo del tutto. Sono del parere che si può sconfiggere il male quando lo si conosce. Con una lettura più attenta mi trovo parzialmente d’accordo, nel senso che non parliamo di luddismo becero e impermeabile alla realtà, ma di un dito puntato contro problematiche molto precise. Continuo a pensare che perfino questa scimmiottatura dell’intelligenza artificiale debba trovare posto nella scuola, in modo che studenti e docenti possano imparare a padroneggiarla, coglierne i lati utili – ce ne sono – e avere ben chiari i limiti e i difetti. Contemporaneamente, se avere la GenAI nella scuola significa alimentare lo hype e semplicemente dire ce l’abbiamo anche noi, allora anche no e allora non è sbagliato opporsi in questo modo.

In quanto iniziativa non sorretta da investimenti miliardari, non andrà lontano. Pure, ci sono aspetti che in una discussione sugli strumenti per la scuola e per il digitale nella scuola vanno sollevati.

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