Simpatizzo di cuore con il racconto biografico di Steven Hackett di 512 Pixels in occasione dei suoi dieci anni di attività.
Nel cercare la propria indipendenza, Hackett ha preso decisioni coraggiose, anche a livello familiare, si è dato da fare quando i conti non tornavano, ha tenuto la barra con passione e tenacia ed è riuscito a raggiungere i propri obiettivi.
Ogni tanto qualche bello spirito annuncia la morte dei blog, perché i social, perché Google vuole tenersi i soldi del SEO, perché l’intelligenza artificiale; è sempre un’occasione buona per annunciare la morte dei blog.
L’occasione è perfino più ghiotta per chi ha scelto di ignorare le campane a morto e continuare a raccontare o comunicare. Arriverà il momento in cui, comunque, almeno qualcuno cercherà una via di fuga dallo slop e dalla melma dei contenuti tutti omologati e tutti omogeneizzati.
Troverà persone che hanno creduto nella comunicazione, in una Internet libera, nella passione per le idee e per la loro divulgazione. Gente come Hackett, come Gruber, come Snell, come lo stesso Viticci e come tanti tanti altri, saranno presenti e non per monetizzare a spese dei gonzi, ma per dare testimonianza di umanità e di intelligenza, per così dire, naturale.