Qui siamo piccoli e tranquilli; eppure ci sono tanti siti o blog di dimensioni appena più grandi, per i quali proteggersi dal traffico ostile in ingresso di bot e crawler di ogni genere, da quelli della supposta intelligenza artificiale in avanti, costituisce una necessità o una linea di principio.
In questo senso, Anubis potrebbe portare un bel sollievo.
Si tratta in pratica di un firewall che soppesa il rischio delle richieste di accesso al sito e, se reputa che il gioco non valga la candela, sottopone la richiesta in arrivo a prove da superare per dimostrarsi di provenienza umana, o almeno innocua.
Tutto è open source, gratuito (anzi, il progetto cerca sponsor), ampiamente configurabile e condito con un sottile gusto di rivincita. Sapere che il bot di ChatGPT o chi per esso, prima di entrare nel sito, deve svolgere una attività che rende antieconomica la sua visita può essere fonte di grande soddisfazione.
Più in generale, vedo Anubis come una testimonianza di come la Internet libera può facilitare e rendere più equa la convivenza con le multinazionali a risorse pressoché illimitate.
Se anche non valesse la pena per noi, è un buon compito delle vacanze rendere edotta quanta più gente possibile dell’esistenza di Anubis.