Nonostante piattaforme come Wattpad, l’autopubblicazione e la digitalizzazione, rimane ben viva l’industria degli autori a proprie spese, ben descritta da Umberto Eco, rimane fiorente e attrae clienti in continuazione. Perché non vende copie o diritti ma, diceva Eco, sogni.
Giusto ieri un’amica mi segnalava le traversie di una giovane alla prese con un editore disposto a visionare il suo manoscritto e preoccupata che questi possa in qualche modo rubarle l’opera e defraudarla del merito.
Con i nuovi tempi, ci sono anche nuove diramazioni dell’industria, come la Scuola Holden, di cui parla una ex frequentatrice che ne ha avuto un’esperienza non esattamente appagante.
Disclaimer necessari: la sua esperienza avviene prima del recente passaggio di proprietà della Scuola e molte cose potrebbero essere cambiate; nessuna esperienza di apprendimento può essere perfetta per tutti; è sempre molto difficile tracciare linee quando si tratta – o si tratterebbe – di insegnare creatività, scrittura, storytelling.
Rimane il fatto che, come nozione del tutto astratta, le parole scuola e creatività formano comunque un ossimoro. A scuola si impara, si cresce, si insegna, si apprende, ci si forma, tutto quello che si vuole. Creare resta un’altra cosa e una persona intenzionata a valorizzare questo tratto dovrebbe pensarci bene prima.