Eccoci a spiegare perché un Pos può gestire un acquisto contactless in un modo che è la negazione dei concetti di bellezza e di eleganza.
Sono arrivati tanti suggerimenti per giustificare la scelta di un messaggio come TRAN. APPROVATA. L’unica decisione tollerabile è il maiuscolo e tutto il resto è di seconda scelta. Tollerabile, perché altri Pos usano il minuscolo e il risultato è superiore.
Sarà che serve stare in una riga? Intanto, TRANS. APPROVATA ci starebbe senza violentare le regole dell’italiano, perfino quelle dettate dall’orecchio. A qualcuno l’abbreviazione TRANS (transiente? transetto? transustanziazione?) può suonare solleticante, ma non me li vedo cassiere e cliente che si danno di gomito ogni volta che viene passata una carta. Peraltro, non è vero che la comunicazione debba restare in una riga; in quello stesso spazio un attimo prima è comparso il messaggio
LETTURA OK
RIMUOVERE CARTA
Proprio su due righe. Ci sono due righe in cui scrivere. Quindi ci può benissimo stare
TRANSAZIONE
APPROVATA
A proposito di approvata, a che cosa serve? È solo burocratese. Nel messaggio precedente, il Pos non si fa problemi a usare OK in luogo di avvenuta con successo o a posto o positiva o confermata o regolare e avanti così. OK è una sigla compresa da tutto il mondo e il contesto di un’operazione che si vuole compiuta tra due estranei in pochi secondi e con esattezza viene agevolato da una comunicazione non equivocabile.
Se allora la lettura della carta può essere OK, perché non anche la transazione? TRANSAZIONE OK è molto più efficace e definitivo di TRAN. APPROVATA. Non è questo il caso ma, bisognasse lesinare i byte, sarebbe un messaggio anche più corto. In realtà lesinare i byte su questi apparecchi non serve, hanno uno schermo bitmap. E l’abbreviazione è una maceria archeologica di quando si scrivevano i moduli a penna e un campo era troppo piccolo. Nel digitale, abbreviare è spesso inutile, sovente controproducente, in ogni caso anacronistico.
Il che mi porta a guardare alla parola TRANSAZIONE. A che serve? Ancora burocratese. La lettura a buon fine della carta è stata già comunicata; tutto ciò che vuole il pubblico, chi compra e chi vende, è avere l’OK. A che pro descrivere come notai la natura dell’operazione in corso? Entrambe le parti sanno benissimo di avere messo in gioco una carta e un lettore; entrambe le parti sono nel mezzo dell’operazione senza avere avuto bisogno di un manuale di istruzioni; a tutti è chiaro che cosa sta succedendo e che deve arrivare l’autorizzazione all’addebito da parte del circuito bancario. Infatti, niente di questo viene esplicitato. Non ce n’è bisogno.
Se il Pos scrive OK, magari bello grosso, magari affiancato da un grosso segno di spunta verde per chi proprio non arriva all’alfabeto, che cosa manca alla comunicazione? Che cosa può essere equivocato? Nulla. Bastava, e basta, scrivere OK al posto di TRAN. APPROVATA. Più chiaro, più in chiaro, senza abbreviazioni, rispettoso della lingua, comprensibile a tutti.
C’è sempre a questo punto quello che chi se ne frega, tanto si capisce lo stesso, lana caprina, inutile preoccuparsi, l’importante è che funzioni e così via.
Nessun problema. Però il design esiste; esistono i microtesti, esiste la User Experience, esiste la bellezza. Tutti gli angoli arrotondati di tutti gli apparecchi Apple hanno lo stesso raggio. Milioni, miliardi di persone li acquistano senza badarci ma, nel frattempo, Apple ha speso cifre e risorse inimmaginabili per determinare quale sia l’angolo più gradito. Google apporta continuamente svariate microvariazioni alla propria pagina di ricerca, perché la giusta tonalità di blu può portare a un aumento delle ricerche e anche un millesimo di punto percentuale, quando si è grandi come Google, vale dollari, molti dollari.
Più prosaicamente, il progettista autore del trascurato, scorretto e sciatto TRAN. APPROVATA non si è neanche posto la domanda. Saputo che andava scritto, lo ha scritto come gli pareva ed è andato all’apericena.
Se quella scritta complica le cose in un caso su un milione, dopo un miliardo di transazioni le cose si saranno complicate in mille casi. E i soldi cominciano a contare.
Oppure domani quell’azienda riceverà una commessa dalle isole Svalbard e il progettista chiederà bovinamente alla sedicente intelligenza artificiale di tradurre TRAN. APPROVATA in norvegese, giustificando la propria presenza in azienda con il bisogno di una operazione linguistica che, avesse scritto OK, sarebbe già compiuta. (Tra sei mesi lo licenzieranno per lasciare scrivere i microtesti all’intelligenza artificiale, ma non ci ha pensato).
Oppure ancora, un’azienda dove nessuno si cura della bruttezza di TRAN. APPROVATA è in quanto tale un’azienda che non ha la mentalità e le capacità di espandere il proprio mercato e per questo resterà sempre com’è, a pensare male e scrivere male.