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27 mag 2025 - Software

Meglio liberi che morti

Post interessante, sul blog di FreeBSD, rispetto alla considerazione in cui viene tenuto in generale il sistema operativo.

Dall’analisi delle ricerche sui motori si nota che l’interesse per FreeBSD è in crescita lenta ma costante; eppure, in convention o in certi forum, qualcuno può chiedere se sia vero quanto ha sentito, che il progetto sia morente.

Niente di più falso, come si può vedere dal volume di sviluppo che non è affatto diminuito e anzi ha messo a segno negli ultimi mesi qualche bel colpo a livello di compatibilità hardware e con Linux.

Tuttavia si parla poco complessivamente di FreeBSD e questo, nel mondo attuale, autorizza taluni a pensare che un soggetto silenzioso sia semplicemente non più in grado di comunicare.

Il problema, secondo il blog, è… la licenza BSD del software. A differenza di Gpl di Linux, non richiede la condivisione delle opere derivate; chiunque può usare il codice BSD per farci quello che vuole senza dovere niente a nessuno, neanche il riconoscimento.

Accade dunque che una parte percepibile dell’infrastruttura di Internet si regga su FreeBSD o derivati, ma nessuna delle parti in gioco si senta in dovere di comunicarlo.

Per questo, dal blog di FreeBSD lanciano l’appello: segnalare casi d’uso, in modo da rendere visibile un volume di attività che basta portare alla luce per capire quanto sia vitale l’iniziativa.

Nel mio piccolissimo, sono – lo ammetto – molti mesi che trascuro la mia macchina virtuale con FreeBSD. Punto all’estate per rinfrescare l’esperienza. FreeBSD è troppo libero perché sia giusto farlo sentire trascurato.

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