Mentre scrivo questo pezzo, ascolto la presentazione che Italo Vignoli ha confezionato online per spiegare il significato dei vent’anni di Open Document Format.
Mezz’ora, lo so. Per uno come me, che divora il testo, sopportare la lentezza del video è una faticaccia. So che persone molto più agili mentalmente di me ascoltano a 1,5x o 2x. Non so, a me – chiedo scusa – sembra disumano o, comunque, riconocere a un contenuto la metà del suo valore dichiarato.
Eppure faccio un’eccezione, perché è importante capire che cosa significhi la diffusione di formati liberi. Significa essere padroni dei propri dati; significa promuovere il progresso di tecnologie benefiche a livello universale, come Html.
So benissimo che molti di noi non sono più interessati direttamente più di tanto dalla questione. Sono uno dei privilegiati: produco file per lavoro tutti i giorni e il novantanove percento è composto da testo libero, testo marcato, Markdown, immagini di formato standard libero.
Questo non mi impedisce, oltre che di promuovere Markdown, di farlo anche per Open Document Format. Di iscrivermi a Libreitalia (link nella colonna di destra). Di incoraggiare l’adozione di LibreOffice o di suite compatibili eppure libere ( si parlava ieri di CryptPad).
Il tiranno? C’è l’imbarazzo della scelta. La maggior parte delle aziende fa del proprio meglio per schermare ogni persona dalla piena disponibilità e interoperabilità dei propri dati. La presentazione di Italo spiega mirabilmente come il più pericoloso di tutti basi i propri documenti su un formato che fa finta di essere standard e essere interoperabile, quando non è pienamente né l’uno né l’altro.
E Apple? È chiaro che abbia una scala di priorità diversa da questa. Eppure, se ci scappa di lasciare un feedback, scriviamolo: adottare Open Document Format.
Nel caso del testo, basterebbe veramente poco. Basta copiare un pezzo di codice da TextEdit, una app nata originalmente da mostrare agli sviluppatori esterni per mostrare quanto fosse facile creare un programma funzionante su Mac. Una cosa di una semplicità pazzesca.
Apple tende a essere intraoperabile, come dice Italo, e incoraggiare il buon funzionamento dei formati all’interno del proprio giardinetto. Ma non è tirannica. Non sabota i formati liberi. Più semplicemente, non li considera. Aggiustare questo comportamento potrebbe essere più facile che in altri casi. Crediamoci.