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Dal mondo Apple all'universo digitale, in visualizzazione rapida dell'ovvio

2 feb 2025 - Internet Ai

Il dolce pendio

La testata Quartz debuttò nel 2012 in formato iPad e grandi ambizioni informative nel settore dell’economia.

Poi, racconta Pixel Envy, venne venduta un paio di volte e, dal confrontarsi con Financial Times e Economist, è dolcemente scesa in livello e reputazione fino a diventare una voce delle tante.

Ora, dopo avere già da tempo presentato sommari scritti in maniera automatica, è passata a scrivere automaticamente l’intera notizia.

Il fact-checking di un articolo preso a esempio è amaro: date inventate, mancanza di credit dove sarebbe stato opportuno e il suo rovescio, attribuzioni a casaccio. Una affermazione riguardate americano viene messa in bocca a una società di analisi inglese, che non esiste più dallo scorso ottobre. Mentre il rapporto che dovrebbe contenere il giustificativo non è proprio mai esistito.

Cifre senza alcuna fonte oppure attribuite a una inesistente associazione americana di costruttori di auto, una promessa editoriale totalmente disattesa di integrità dei contenuti.

Paragrafi di totale fiction inviati senza controllo né ritegno sul web, dove vengono diligentemente rilanciati come verità da innumerevoli bot e usati come materiale di addestramento per i chatbot.

Quartz ha quasi completato la sua dolce discesa verso il basso, verso il nulla informativo. Il mondo di media a cui appartiene ha evidentemente iniziato la propria. Presto sarà superfluo o inutile leggere il novantanove percento di quello che arriva sul web e l’osservazione che tanto è sempre stato almeno il novanta percento conforta solo relativamente.

Fidati di chi usa gli LLM per preparare i contenuti e scappa a gambe levate da chi li usa per pubblicare.

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