Un clic posiziona il cursore in un punto che diventa quello di inserimento del testo. Trascinare con il mouse seleziona più caratteri. Trascinare testo già selezionato lo sposta all’interno del testo. Un comando Annulla consente di tornare indietro e ignorare gli effetti dell’ultima operazione effettuata. Eccetera.
Diamo per scontate queste e tante operazioni che sono diventate pane quotidiano nelle nostre interfacce grafiche. Se è così, lo dobbiamo in gran parte all’editor Bravo, che divenne parte dell’interfaccia grafica di Alto, workstation sviluppata da Xerox presso il suo centro di ricerca Parc a cavallo degli anni settanta.
Bravo fu il primo editor di testo capace di mostrare testo con attributi e a dimensione variabile, in un ambiente con un massimo di centoventotto chilobyte di memoria a disposizione di tutto il sistema. La necessità scatenò l’ingegno e vennero fuori caratteristiche come la gestione bitmap dei soli rettangoli di testo (si risparmiavano due terzi della memoria) oppure il salvataggio delle modifiche in una tabella a parte dentro un file temporaneo. La prima caratteristica venne dimenticata in fretta, la seconda arrivò fino a Microsoft Word fuori tempo massimo, con risultati non sempre felici.
Bel racconto, fresco, documentato e che spiega diverse cose su come anche oggi funzioni un’interfaccia grafica.