Primogenita entra a scuola e ancora non sa che a breve farà la sua prima gita scolastica con pernottamento. Glielo dicono oggi a scuola. Noi siamo contenti e ci prepariamo anche a fronteggiare qualche muso lungo perché le piace fare le cose ma non le piacciono i cambiamenti e gli imprevisti e quindi potrebbe tornare a casa con un po’ di malumore o disorientamento.
Primogenita torna a casa con entusiasmo incontenibile. Ci informa, con nostra grande sorpresa, che la gita è stata approvata e deve farci vedere tutto.
Si siede al mio posto (non lo fa mai) e inizia a cercare su Google. Si collega alla pagina dove c’è il tour virtuale del posto dove andranno. Evidentemente la maestra ha spiegato tutto e poi ha fatto la stessa cosa in classe, con la Lim.
Primogenita inizia a mostrarci tutto, l’edificio, i giardini, la via al mare, le stanze dove dormiranno, le strade intorno, tutto. Non sta nella pelle.
Lei che di solito si dimentica della scuola quando esce da scuola, estrae dal diario la richiesta di autorizzazione alla gita da far firmare ai genitori e si raccomanda otto volte di firmarla perché deve portarla domani.
Poi riprende Google e carica la pagina della gestione della gita, dove scaricare la modulistica da compilare (siamo pur sempre in Italia). Insiste perché si stampi tutto subito e con pazienza le facciamo capire che c’è tempo qualche giorno e che stamperemo una volta compilato tutto, giusto per firmare a penna ché non si sa mai, e consegnare.
È felice come una pasqua e racconta incontenibile di come dovranno preparare il bagaglio, che serve anche il costume da bagno, che ci vuole la linguetta con il nome sulla borsa da viaggio, qualunque dettaglio sia raccontabile.
È entusiasta e motivata, carica a mille. Non ama gli imprevisti e i cambiamenti a sorpresa; invece, le hanno mostrato tutto e ha anche potuto visitare il posto, per quanto virtualmente. Sa che colore hanno i muri, che cosa c’è davanti alla loro residenza, il colore delle cabine che danno sul tratto di spiaggia loro riservato.
Il digitale ha potuto trasmetterle un livello di conoscenza inusitato per molti di noi adulti, che hanno fatto la prima gita scolastica conoscendo a malapena lo spelling di dove si andava.
Primogenita è super contenta grazie alla conoscenza. Il digitale, usato bene, permette di trasmettere la conoscenza in modo mirabile. Se questa non è la missione principale della scuola, trasmettere la conoscenza, non capisco quale sia. Il digitale, invece che demonizzato, va governato e valorizzato.
Se i bambini conoscono in modo che possano capire e padroneggiare, imparano e sono anche entusiasti. Questa è la direzione.