Dopo avere rischiato di perdere AppleScript nella transizione da Mac OS a Mac OS X e avere ringraziato il Los Angeles Times per la sua intercessione a favore del sistema di scripting che gli componeva il giornale semiautomaticamente, abbiamo preso una cattiva abitudine.
Siccome poteva andare peggio, ci siamo abituati a prendere con ottimismo quello che arriva di buono da Apple in fatto di scripting e fare buon viso a cattivo gioco quando invece il supporto latita. Il problema si estende quando Apple, già lassa di suo, non fa pressing sugli sviluppatori indipendenti perché considerino AppleScript e compagnia come meriterebbe.
Così si arriva a post come quello di Michael Tsai sul triste stato del supporto AppleScript per le app di calendario. Tutte, non solo quella di serie. Anche quelle belle dove la proposta di acquisto si basa sulla qualità e su funzioni superiori alla media.
Nei commenti al pezzo si legge di qualche palliativo per mitigare la situazione. Non basta, però. Una sana integrazione dello scripting con l’attività di calendario avrebbe un buon effetto su chi usa Mac. Bene o male, chi tanto chi poco, un pizzico di calendario lo usa chiunque. E sappiamo che il livello di magia della piattaforma dipende spesso dai dettagli. Questo è un dettaglio su cui varrebbe la pena di dirottare qualche risorsa.