Uno degli oggetti con cui ho meno dimestichezza in assoluto è il curriculum. Ne ho mandati pochissimi e sempre a cose fatte, per questioni formali.
Ultimamente ne ho abborracciato uno per ragioni extralavorative (associazionismo); la versione precedente su cui ho lavorato era vecchia di dieci anni e già allora aggiornata in modo approssimativo.
Ho provato disagio. Senza compiere grandi sforzi (anche stavolta era una situazione di pura forma) ho cercato di ritoccare qua e là, aggiungere, integrare, aggiustare il tono e, come si dice oggi, niente: niente di quello che ho fatto è riuscito a ottenere un testo che parlasse di me in senso professionale e in modo convincente. E ho lavorato mezza vita alla qualità e alla perfezione dei testi.
Chiedo a chi ha più esperienza aziendale di me, chi manutiene maniacalmente il proprio curriculum, chi lo ha sostituito con una pagina YouTube, chi lo fa generare a ChatGPT e incrocia le dita, chi si occupa di ricerche di personale, chi si affida a LinkedIn, chi alle inserzioni sui motori: ha ancora senso il curriculum tradizionale, nato in un mondo professionale che essenzialmente è scomparso?
Ho sempre letto che, sì, il curriculum europeo (mamma mia) va sempre bene, ma per convincere davvero bisogna cercare modalità alternative, specie nell’era in cui senti un nome e subito lo butti su Google per vedere che cosa resta attaccato e, negli uffici, i curriculum stampati finiscono nello scanner per essere letti dalla speriamo effettiva intelligenza artificiale. Ma lo guardano davvero, un sito personale? O la app?
Confesso di essere uscito dall’esperienza con le idee ancora più confuse di prima e con dubbi maggiorati. Se dovessi impegnarmi seriamente perché da quel contenuto e da quel mezzo dipende la mia carriera, oggi sarei totalmente indeciso su che cosa fare. Che non ne abbia bisogno al momento è irrilevante; mi interessa capire ed essere aggiornato.
Tu che cosa faresti? E perché?
Grazie in anticipo.