Dire che il mercato dell’informazione tecnologica è cambiato suona come ovvietà stupida. Però dire che chiude un sito come AnandTech è diverso e si sente un malessere fastidioso.
AnandTech ha vissuto per ventisette anni ed è stato all’avanguardia assoluta nei suoi resoconti tecnici su computer e processori. Che succede oggi? Nell’articolo di Ars Technica, i protagonisti parlano neanche troppo tra le righe. Google non porta più lo stesso traffico di prima, la cultura del mercato non è più quella del 1997.
I potenziali lettori sono una platea molto più vasta, solo che i loro interessi tecnologici sono vastamente superficiali. I pochi rimasti ad avere una attenzione anche, ammettiamolo, vagamente ossessiva a volte ai particolari tecnici migrano verso siti più piccoli, magari dedicati a Linux o ai videogiochi, nicchie dove stanno gli ultimi smanettoni affamati di conoscenza.
Sul mercato globale, vince la cultura della boa, dove conta solo quello che sta a galla e l’approfondimento è quasi un difetto. Certo le cose cambieranno ancora, perché la tecnologia continua a cambiare e sono convinto che se AnandTech si dedicasse agli LLM come ha sempre fatto con il software, troverebbe nuovi lettori. Ma non sarebbe più AnandTech, chiaro.