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Dal mondo Apple all'universo digitale, in visualizzazione rapida dell'ovvio

26 ago 2024 - Hardware Software Ai

Quando è Pixel è troppo

È dalla nascita della fotografia che si ritoccano le fotografie e, finora, che lo si fa a grandi linee in termini di modifica per sottrazione: la cognata rovina la foto della cerimonia e si toglie la cognata della foto.

Le prime recensioni dei Pixel 9 di Google, dotati della funzione Reimagine azionata da Gemini Ai, parlano tuttavia dell’inizio di una nuova epoca: la modifica per aggiunta. E tra gli addetti ai lavori ci si chiede se sia il caso di insistere su questa strada.

Il punto dolente della trasformazione è che sono state di fatto abbattute tutte le barriere che in qualche modo limitavano la modifica per aggiunta a nicchie di persone specialiste, professioniste, magari dotate di un discreto budget e di esperienza. Reimagine su Pixel 9 mette in grado chiunque di fare praticamente qualsiasi cosa senza barriere di ingresso, con una facilità disarmante e con effetto pressoché indistinguibile dalla foto originale.

Non è detto che siamo pronti. Jess Weatherbed su The Verge spiega in dettaglio perché, prima, la situazione era comunque sotto un certo controllo.

La semplicità e la scala dell’intelligenza artificiale sugli smartphone significherà che qualsiasi svitato potrà produrre immagini manipolative con una frequenza e su una scala che non abbiamo mai sperimentato prima. Il perché allarmarsi dovrebbe essere ovvio.

Chris Welch ha dedicato un thread ai suoi esperimenti, compiuti appunto provando Pixel 9. Non sono tanto inquietanti i risultati quanto la facilità con la quale li ha ottenuti, direttamente sul telefono, con qualità ineccepibile, con la sola fatica di digitare il prompt.

Welch ha messo un gigantesco peluche alla guida di un furgone, oppure un nuovo cane sul divano del salotto a ricevere le attenzioni della padrona, e fino a qui ci si diverte. Però ha anche messo una bomba in una stazione della metropolitana e un serpente a strisciare tra i banchi di un supermercato. Per non parlare della amica scarmigliata a cui ha aggiunto una siringa sporca di sangue sul tappeto, o del riflesso sui vetri di un’auto di um bambino dentro l’auto; bambino inesistente nella realtà. Il thread è pieno di molte altre immagini, dal ridicolo all’inquietante, e merita uno sguardo.

Abbiamo già capito che non dobbiamo e non possiamo più fidarci dei media in un racconto attendibile della realtà. Ma lo hanno capito i più deboli, gli anziani, le autorità non sempre aggiornatissime in fatto di tecnologia, i giudici, i bambini?

Il divertimento di produrre fake solo perché possono essere prodotti, in questa misura e con questa facilità, sembra davvero eccessivo. Speriamo di essere pronti, commenta Welch, e mi unisco al suo pensiero.

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