Grazie a Dan Moren e Six Colors possiamo avere un’idea di come procede lo sviluppo su visionOS.

Il positivo supera di gran lunga il negativo: arrivano tocchi indispensabili come la possibilità di ridisporre le app e funzioni potenzialmente da killer app come la trasformazione di qualunque foto in una foto Spatial.

Tocchi un pulsante e in uno/due secondi di lavoro, bam, hai una immagine tridimensionale. […] Della manciata di mie fotografie che ho provato, la maggior parte ha funzionato molto bene, con l’eccezione di un paesaggio lacustre cui mancava un elemento forte in primo piano. Ma una foto dei miei figli sulla spiaggia – scattata da mia moglie mentre io ero in viaggio – mi ha fatto sentire come se realmente fossi stato lì e anche una immagine piuttosto piatta di un ghiacciaio islandese è uscita con una presenza realistica.

Da notare anche un framework TabletopKit per dare immersività e tridimensionalità a giochi da tavolo e magari, domani, a giochi di ruolo…

Nel negativo c’è poco, se non ribadire la necessità di una buona esperienza in negozio (avere Vision Pro ben sistemato davanti agli occhi è essenziale) e il peso e l’ingombro che, dopo un’ora o due, inevitabilmente si sentono. Lo stesso Moren commenta Per fortuna abbiamo un’azienda che ama costruire prodotti più piccoli e più leggeri!

Ora, la trasformazione di una foto bidimensionale in Spatial si deve a una quantità consistente di machine learning corredato del giusto software a confronto. Su cui si avverte che il lavoro potrebbe proseguire ancora più velocemente e con maggiore soddisfazione di tutti, se il mondo non desse fuori di matto per un’altra applicazione di machine learning capace di fare riassunti e tradurre per benino, che sa fare poco altro, che chiamano intelligenza e sulla quale vanno sprecati ogni giorno tempo e risorse in quantità sconsiderata.