Ho visto poco dibattito rispetto a quanto meriterebbe la notizia: i creator che si autofinanziano attraverso Patreon dovranno passare da novembre agli acquisti in-app, oppure la app rischia l’esclusione da App Store.
Per chiarezza, riguarda solo l’uso della app per iOS, e solo per chi si iscriverà a un Patreon dopo quella data per finanziare un progetto o un autore.
Per via degli acquisti in-app, Apple incasserà così l’agognato trenta percento sugli abbonamenti, che adesso non vede.
Mi sembra profondamente sbagliato. Il valore che si trasmette tramite un abbonamento Patreon è interamente quello di chi crea qualcosa, riconosciuto da chi gli manda del denaro periodicamente o una tantum. iOS c’entra come il web o macOS o Android o altro: forniscono la piattaforma perché avvenga la transazione e nient’altro.
È come se alla fiera del retrocomputing ci fosse una compravendita tra privati di un vecchio Mac e la fiera volesse la percentuale. L’espositore paga per avere spazio in fiera e non c’è niente di male; il visitatore magari paga un biglietto di ingresso per sostenere i costi ed è ragionevole. Il resto non lo è: se in fiera cambiano mano (lecitamente) pochi euro o pochi milioni di euro è cosa che agli organizzatori non riguarda.
Aggiungiamo che i creator sono una fetta importante del mercato non quantitativamente, ma qualitativamente; è gente che quando acquista lo fa sul serio, che poi racconta della propria esperienza, che ha competenze, che è saldamente legata alla tecnologia.
Sono persone cui Apple dovrebbe guardare non dico con favore, ma almeno non come vacche da mungere.
La conseguenza più probabile a novembre è che tanti abbonamenti Patreon su iOS aumenteranno di importo, per coprire il fee Apple. Il che scoraggerà i finanziatori e rischia di togliere fondi a iniziative meritevoli. Solo su iOS, ripeto: niente di tutto questo vale su Android, per dire.
Non sono d’accordo e non mi piace.