Con tutti i difetti di Apple, sulla presunta intelligenza artificiale ha agito bene. Ha capito che non si trattava di un prodotto ma di una funzione e ha lavorato per integrarla nei suoi sistemi. Nel farlo ha consumato risorse e tempo che a mio parere sarebbero risultati molto più utili in tanti altri settori, ma questo tocca.
Un’altra cosa fatta bene è stata lavorare in trasparenza, con licenze open source su repository pubblici. E adesso c’è tutta la parte teorica e descrittiva di Apple Intelligence sotto forma di un paper collettivo e dettagliato.
I vantaggi complessivi degli assistenti generativi saranno ben lontani dalle mirabolanti promesse che ancora oggi è possibile leggere. Qualcosa però sanno farlo e abbastanza bene da facilitare tante cose. Avere su Mac e compagni l’implementazione più efficace e funzionale della tecnologia, sotto forma di Apple Intelligence, è una buona cosa.
È una lettura lunga e a tratti impegnativa. Sapere dove sta andando chi guida, comunque, ha i suoi perché.