Una di quelle volte che Slashdot funziona veramente da servizio pubblico e condensa una nuvola di link in una vicenda compiuta, in questo caso di dubbia nobiltà.
La casa d’aste Christie’s mette all’asta centocinquanta cimeli della raccolta di Paul Allen, fu cofondatore di Microsoft.
Mancato Allen, la gestione dei suoi patrimoni è passata a una fondazione che porta il suo nome, gestita da sua sorella. Il testamento del miliardario stabilisce che qualsiasi entrata debba andare in beneficenza e speriamo tutti che sia vero, dal momento che da tempo la Allen Estate vende questo o quel possedimento, poco alla volta.
Christie’s, dicevamo, batte all’asta una serie di oggetti di valore storico. Alcuni di questi appartenevano a un museo dell’informatica, gestito dalla fondazione Allen, che ha chiuso per non riaprire più e qui si sente odore di aristocrazia decaduta. Nel presentare la vendita, la casa d’aste scrive:
Come Einstein ha aperto la strada a una nuova epoca della fisica, Allen e i suoi collaboratori hanno dato inizio a una nuova era dal computing. A partire da MS-DOS nel 1981, Microsoft è passata a rivoluzionare il personal computing con il lancio di Windows nel 1985.
Risulta a me e credo a molti altri che le cose siano andate in modo vagamente diverso, ma qui interessa un incrocio specifico: la menzione di MS-DOS e l’analogia con Einstein.
Slashdot mette a disposizione tutti i link per fare il lavoro sporco di verifica; mi limito a riportare i fatti.
Giusto trent’anni fa moriva Gary Kildall, pioniere dell’informatica, che ha fatto in tempo a scrivere le sue memorie ma non a pubblicarle. Sono state recuperate da un quotidiano di Seattle e in esse il DOS viene definito un furto puro e semplice del suo lavoro sul sistema operativo CP/M.
In una inchiesta di Pc Magazine, lo stesso Allen descrive la nascita di MS-DOS come frutto di una sua telefonata a una società di Seattle, a seguito della quale Microsoft acquisiva la licenza di un sistema operativo chiamato QDOS, per così dire ispirato a CP/M. Il costo della licenza equivalse a un tozzo di pane in termini aziendali; in più Microsoft incassava royalty per ciascuna azienda che comprava la licenza per il suo, diciamo, nuovo sistema operativo.
Una certamente astuta e azzeccata operazione commerciale basata sul furto con destrezza del lavoro di terzi è difficilmente assimilabile al lavoro di Einstein. A meno che io ignori dettagli sul fisico tedesco e sulla sua integrità di scienziato che onestamente mai avrei pensato prima di questo post.