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6 apr 2024 - Software Blog

Caratteri difficili

Attivare il nuovo sistema di commenti del blog è costato una considerevole quantità di tempo/uomo, in gra parte speso da chi si è letteralmente caricato sulle spalle l’impresa e ha risolto difficoltà piccole e grandi.

Con tutto il rispetto per il lavoro serio che è stato infuso nel progetto, voglio tuttavia ricordare tre momenti insulsi che ci hanno fatto perdere una quantità di tempo inusitata rispetto all’effettiva entità del problema.

Corrispondono a tre caratteri, nel posto sbagliato al momento sbagliato, che hanno richiesto tempo per essere individuati e farci capire la natura del problema.

Prima di tutto uno slash, la consueta barra obliqua. Una delle cose fatte a inizio lavoro è stato aggiornare Hugo, il motore del blog, all’ultimissima versione.

Hugo perfettamente aggiornato, a differenza del predecessore, non tollera lo slash dentro i tag presenti nell’intestazione di ogni post.

Dei tremila e passa post attualmente pubblicati nel blog, tre di questi contenevano tag con dentro uno o più slash. Hugo seppelliva un indizio criptico sulla faccenda in mezzo a decine di righe di messaggi di errore inconcludenti. A un certo punto lo abbiamo trovato, abbiamo tolto lo slash ai tag dei tre post e finalmente Hugo nuovo ha perfettamente sostituito quello vecchio. Ma quanto tempo perso.

Poi, lo spazio. L’autore di Comma, il sistema di pubblicazione dei commenti, ha programmato il software in modo che faccia attenzione all’arrivo di un commento. Quando arriva un commento, grazie a codice JavaScript inserito nel motore del blog, questo viene trasformato in un file dentro una cartella.

Quando Comma parte, gli si deve dire che cartella sorvegliare e su che porta logica ascoltare il traffico.

Di solito, quando si indica una porta in fondo a un Url, la si attacca con due punti in fondo all’Url stesso, come in https://sitoqualunque.it:4567.

La sintassi per fare partire Comma è

comma /directory/dei/commenti :porta, cioè tipo

comma harddisk/blog/commenti :2444

Quello spazio è tanto corretto, nella sintassi dell’autore, quanto irrituale. Chiamatemi sbadato, ma avrei giurato che gli era scappato per sbaglio. Invece no.

Infine, più banale, una esse; un http doveva diventare https. Solo che capirlo nel contesto in cui si trovava ha richiesto un bel po’ di pazienza e controlli e prove e ricontrolli.

Il software si mangerà il mondo ed è vero; ma è ancora tanto fragile e richiede ancora tanta precisione sistematica. Non è davvero per tutti e chi riesce a renderlo amichevole deve essere guardato con stima.

Se poi qualcuno cerca una sigla per un nuovo protocollo informatico, suggerisco caldamente / s, tre caratteri davvero iconici a questo giro. Se sono previsti nella Smorfia, anche giocarli al lotto va bene.

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