E pensare che il machine learning in quanto tale ha utilizzi straordinari.
Due ricercatori si sono aggiudicati un cospicuo premio in denaro per avere vinto la Vesuvius Challenge: sono riusciti a leggere il primo di un tesoro di manoscritti scoperti (e probabilmente ce ne sono ancora da scoprire) in una villa romana di Ercolano sepolta a suo tempo dall’eruzione del Vesuvio.
Era una sfida perché i manoscritti erano – e sono – arrotolati. La cenere rovente da cui sono stati coperti li ha cotti, prima di conservarli come i burrito che sembrano oggi, fragili e intoccabili: il tentativo di aprirne fisicamente uno ha portato unicamente a una striscia di frammenti di papiro illeggibili e inutilizzabili.
Ten months ago, we launched the Vesuvius Challenge to solve the ancient problem of the Herculaneum Papyri, a library of scrolls that were flash-fried by the eruption of Mount Vesuvius in 79 AD.
— Nat Friedman (@natfriedman) February 5, 2024
Today we are overjoyed to announce that our crazy project has succeeded. After 2000… pic.twitter.com/fihs9ADb48
Ecco la sfida. Leggere il contenuto di un rotolo di papiro carbonizzato di duemila anni fa, senza toccarlo.
Ci sono volute le più sofisticate tecniche di scansione e di interpretazione delle immagini, per arrivarci, compresa appunto una robusta dose di machine learning.
Dall’alleanza tra storia, archeologia, lettere e tecnologia digitale vengono fuori scoperte e progressi che lasciano senza fiato. Non c’è che auspicare tanti ancora e tanti di più per questo tipo di operazioni che contribuiscono a scrivere la storia, quindi anche chi siamo e da dove veniamo.