Al forum di Davos in corso in questi giorni c’è stata una conversazione tra gli invitati di cinque testate giornalistiche, l’ex politico Nick Clegg – ora President per i Global Affairs di Meta – e Yann LeCunn, sempre di Meta Chief Ai Scientist. Uno che qualcosa ne sa, certamente non un pessimista né un illuso.
Nel resoconto della testata spagnola El Païs compaiono alcune dichiarazioni di LeCunn su cui è intelligente, in modo naturale, essere informati.
Contrariamente a quello che qualcuno potrebbe dire, non abbiamo un progetto di sistema intelligente capace di raggiungere l’intelligenza umana. […] L’intelligenza artificiale di livello umano non è dietro l’angolo. Ci verrà molto tempo. È richiederà nuovi progressi scientifici rivoluzionari di cui oggi non abbiamo idea.
Per LeCunn, un sistema di questo genere dovrebbe saper sperimentare il mondo fisico, avere ricordi, pianificare e ragionare; quattro capacità di cui i sistemi attuali mancano. Secondo le sue aspettative,
sarei felice se entro la fine della mia carriera avessimo sistemi intelligenti come un gatto o qualcosa del genere.
Quando si legge o si sente dire di intelligenza artificiale, bisogna ricordare questo: si tratta di sistemi i cui progettisti venderebbero l’anima pur di riuscire a farli pensare come un gatto. Cosa lontanissima da quello che abbiamo oggi e irraggiungibile con le tecnologie attuali.
Tutto ciò è molto diverso dall’avere sistemi migliori di noi in aree specifiche. Per LeCunn, è assai probabile che avremo sistemi migliori di noi in qualsiasi area, non solo nel gioco del Go o nel calcolo delle probabilità. Non è intelligenza, però.