C’era una volta l’uso di gettare qualcosa di vecchio fuori dalla finestra a fine anno per ingraziarsi l’anno successivo. Se toccasse a me resuscitarla butterei volentierissimo l’ebook, inteso come oggetto generico.
Lo stato dell’ebook è comatoso. Lo sviluppo dello standard è inesistente e nessuno mostra il minimo interesse a valorizzarlo. Per gli editori è importante che gli ebook restino banali e al minimo della complessità per tre ragioni almeno: capiscono solo l’oggetto libro tradizionale; riescono a produrli con il minimo di risorse e competenze senza dover imparare; gli ebook fanno schifo e così lasciano indisturbate le vendite della carta.
L’uso della parola minimo abbonda, come si vede; l’ebook esiste solo come minimo comune denominatore. A parte avanguardie ed esperimenti, esistono solo pedisseque imitazioni digitali di libri tradizionali. Sappiamo benissimo come il digitale abbia senso solo quando va oltre l’analogico; se si ferma a scimmiottarlo, c’è qualcosa di sbagliato.
L’ebook ha dunque un passato fallimentare ed è pure senza speranza. La ragione è che si fanno esperienze innovative e creative di comunicazione che valorizzano il digitale, anche da parte di soggetti rilevanti. Solo che avvengono sul web.
La piattaforma principe per raccontare storie con impaginazione innovativa è il web. Abbiamo già visto le inchieste ultramediali del New York Times, per esempio. John Gruber fa riferimento all’ ultimo numero di Poor Charlie’s Almanack, mentre ricorda Make Something Great presente negli Steve Jobs Archives.
Si tratta di media disponibili anche su carta. Tuttavia, sono organizzati sul web in modo elegante, fresco, leggero. Se esistono come eBook, quest’ultimo è una copia sbiadita del corrispondente web. L’esperienza più ricca e coinvolgente è quella sul web. Un uso sapiente e raffinato del web permette un’esperienza impossibile per un libro di carta. Ciò che ci aspettiamo dal digitale, ciò per cui il digitale è nato.
Giù dalla finestra il vecchio, l’ebook, il sacrificio per ingraziarci la divinità. Battiamoci per avere media digitali capaci di dare tutto ciò che possono. Questo è il futuro migliore che ci aspetta, se lo costruiamo e supportiamo. Buon anno!