Il Mensa, l’associazione nata per raccogliere la popolazione capace di raggiungere o superare il novantottesimo percentile nella scala del quoziente di intelligenza, ha milleottocento iscritti italiani.

Semplifichiamo e diciamo, anche se non è la stessa cosa, che grosso modo il Mensa aggrega il due percento più intelligente degli italiani.

Gli italiani aventi diritto di voto e residenti in Italia nel 2022 erano suppergiù quarantasei milioni.

Milleottocento è circa il quattro per mille di quarantasei milioni; il due percento di quarantasei milioni è novecentoventimila.

Milleottocento è circa il tre per mille di novecentoventimila.

Mi scuso per il balletto di cifre e arrivo alla conclusione: su mille teorici aventi diritto a iscriversi al Mensa, lo fanno in tre. Ricordo che parliamo del novantottesimo percentile di quoziente di intelligenza, mica di caciaroni improvvisatori.

Le persone più intelligenti d’Italia non si iscrivono all’associazione fatta per loro. Ci sarà sicuramente qualche motivo ben fondato.

Il comico Groucho Marx era intelligentissimo e difatti, nel dare le dimissioni dal Friar’s Club di Hollywood, dichiarò non vorrei mai far parte di un club che accettasse tra i suoi soci uno come me. Perfetta sintesi di quanto espresso faticosamente a proposito del Mensa.

È così che volevo commentare la decisione, un po’ più seria, presa da OpenAI di chiudere lo sviluppo del loro strumento per distinguere i testi scritti artificialmente da quelli umani.

En passant, vuol dire che il software – così come l’azienda – non è in grado di capire se si sta addestrando su testo da egli stesso prodotto, ovvero se sta imparando il proprio bagagli di conoscenze, già imparato.

Tornando a un tono più faceto, possiamo dire che ChatGPT accetta tranquillamente l’idea di imparare su testi scritti da sistemi come lui.

Siamo a livelli altissimi, proprio alla Groucho Marx. Purtroppo, involontari.