Posso pubblicare solo chi è.
Oppure solo che cosa ha detto.
Scelgo la seconda.
Il mio lato umanistico è sempre stato reverente verso il genio umano deluso e/o scioccato quando l’intelligenza artificiale ha fatto cose che non mi aspettavo o volevo facesse, come battere Lee Sedol a Go, e naturalmente la recente ondata di modelli linguistici e generatori artistici alla DALL-E. Questo tipo di sistemi mi ripugna per come li trovo tanto terrificanti quanto profondamente deprimenti.
Convengo su quanto sia urgente, anzi imperativo, che l’umanità contenga questi mostri usciti dalla lampada e impossibili da rimettere via, forieri di pensieri agitati e confusi rispetto a sviluppi tecnologici che odio e temo profondamente.
Per buttarla sul pop, la locuzione generatori artistici è geniale e riporta alla mente Battiato quando cantava
Mandiamoli in pensione / i direttori artistici / gli addetti alla cultura.
Non avevo capito subito che il verso evidenziava contraddizioni in termini: l’arte non si può dirigere, la cultura nasce da una identità e non come pratica per addetti di un ufficio.
Allo stesso modo, generatori artistici. Se qualcosa è generato, sarà anche meraviglioso, però certamente non è arte.