Giusto ieri spiegavo a un anziano tra lo scettico e lo stupefatto che, volendolo, si ottiene un elettrocardiogramma – per quanto base – dall’orologio. Certamente semplificato e meno denso di dati di un elettrocardiogramma tradizionale, ma attendibile.
Ora uno studio annuncia una percentuale molto alta di successo nell’uso di watch per individuare livelli anomali di stress.
Sette anni fa sarebbe suonato come fantascienza. Qualcuno si azzarda a segnare i confini di che cosa potrebbe fare a livello medicale un watch in uscita nel 2029?
Come al solito, il punto non è sostituire questo o sconvolgere quell’altro, ma dare alle persone autorità sui propri dati. E in questo Apple, con tutte le critiche avanzabili, non ha rivali.
A noi usare con misura le capacità di misurazione, senza diventare dipendenti né pretendere di sostituirsi a una persona competente. Nel momento in cui serve la persona competente, però, se abbiamo misurato bene resteremo padroni di noi stessi grazie alla tecnologia. Non nonostante, né contro.
È qualcosa di molto grande.