Ho dovuto alfine occuparmi della fattura elettronica. Dopo avere visionato i siti di alcuni provider del servizio e avere trovato qualche sgradevole dark pattern, ho deciso di fare da solo.
(Il dark pattern più evidente e pure fastidioso è promettere sei mesi di servizio gratis e mostrare subito un bel pulsante di acquisto, mentre il prezzo standard una volta scaduta la promozione è nascosto, in modo da spingere a comprare senza pensarci).
Onestamente, abituato a tanti anni di Stato italiano, con il sito di Agenzia delle Entrate poteva andare peggio. Le fatture sono compilabili in modo ragionevolmente semplice e il sistema parrebbe funzionare. Si poteva approfittare di una digitalizzazione della fatturazione per risolvere qualche problema e semplificare la materia, al posto di rifare in digitale le stesse perversioni della carta; tuttavia, strutturare la fattura come documento Xml può essere in linea di principio una buona idea per miglioramenti futuri.
Il problema è che il risultato è brutto. Povero. Trascurato. Mediocre. Rendere in PDF la fattura non si può guardare. Capisco che una fattura è intrinsecamente diversa dall’intrattenimento multimediale, ma se non altro indenta e commenta l’Xml, Stato pigro e noncurante. E fare apparire un documento standard vagamente gradevole, con le risorse che sono state spese, era un obiettivo facilmente raggiungibile.
Come i governanti si esprimono da sale sfarzose, studi sontuosi e sedute di broccato, così le fatture – se diventano affare di Stato – dovrebbero avere un aspetto perlomeno decoroso.
Invece abbiamo un file Xml creato da stagisti che hanno passato un pomeriggio in allegria e nient’altro, perché a mettere in campo non dico un designer, ma un umile grafico, non ha provveduto alcuno.
Perché amministrazione pubblica deve essere sinonimo di squallore?