Credo di sapere che la musica sia una combinazione organizzata di melodia, armonia e ritmo, quando il rumore è invece disordine se non loro assenza.
Lo scrive bene Jason Snell su Six Colors a proposito delle novità presentate da Apple assieme a iPhone 14.
Dynamic Island è un chiaro promemoria dei limiti dei rumor che emergono dalla catena di produzione hardware di Apple. Tutti coloro che hanno riportato forma e dimensione dei fori nello schermo di iPhone 14 avevano assolutamente ragione; eppure non hanno visto una foresta, ma solo alberi. I fori erano solo l’inizio della storia.
Le novità hardware sono relativamente semplici da recuperare. Vengono prodotti apparecchi a decine di milioni, con componenti da mezzo mondo, in fabbriche lontane un oceano. Impossibile che tutto il flusso infomativo sia blindato.
Le novità software sono un’altra cosa. Sono prodotte a Cupertino, in un ambiente protetto e consapevole. Infatti non trapelano e gli esimi commentatori non ne sanno alcunché. Si guidano a vicenda come gli zoppi che evangelicamente finiscono nel fosso, perché gli manca metà della storia.
Quanto a quelli che predicono:
Sarebbe stato molto difficile predire che Apple avrebbe realizzato un elemento di interfaccia con gli angoli arrotondati che danza attorno ai fori e li trasforma da imperfezioni nello schermo a zona informativa.
In altre parole: gente che sa solo predire le cose facili. Siamo un po’ capaci tutti, eh.
Sottostimiamo Apple a nostro rischio.
Esattamente. O meglio, leggiamo di rumore, quando ci aspetta della musica. Chi è ancora così ingenuo da perdere tempo con gente priva di metà delle informazioni, quando va bene?