Premessa. La sostanza di una recensione, nel mondo informatico, è scrivere di qualcosa per spiegare come è fatto, che cosa fa e come lo fa. C’è qualcosa di diverso rispetto alla recensione classica di un libro. Ma per quanto riesco recensirò La Prima Colonia come si farebbe da informatici, anche perché l’autore di informatica ne mastica, al punto di portarne tanta e non inutile ovunque, nella trama come nella struttura.
Un altro punto della premessa è che il lavoro di Edoardo al Montecristo Project dura da dodici anni e mi è capitato alcune volte di incrociare varie fasi della sua gestazione. Cercherò di ignorare sistematicamente questa conoscenza pregressa in quanto l’opera va giudicata da quello che porta, mentre come è nata dovrebbe essere secondario.
Il terzo e ultimo punto della premessa è che Edoardo è un tolkieniano di ferro, anzi, di acciaio. Per l’universo tolkieniano ha scritto, curato, musicato, creato, organizzato, fatto tantissimo. Potrebbe venire la tentazione di formulare paralleli tra la genesi, o la struttura, dell’opera, dato che evidentemente da Tolkien deve avere ricavato ispirazioni, suggerimenti, tecniche, esattamente come a me viene spesso da fare sul lavoro metafore attinenti al basket, dopo averlo praticato per mezzo secolo. Quando una esperienza ti permea, può solo manifestarsi, magari più o meno alla luce del sole; impossibile che non si rifletta sul modo di pensare e di agire.
L’esperienza permea anche me, più modestamente, e resterò impermeabile alla tentazione di fare paragoni o paralleli, per giustizia verso tutte le parti coinvolte in queste pagine. Che ci siano echi tolkieniani, o che manchino, e di che tipo siano, spetta al lettore desumerlo per trarne eventualmente le proprie conclusioni.
Ciò detto, a breve parlerò di come è fatto.