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Dal mondo Apple all'universo digitale, in visualizzazione rapida dell'ovvio

10 mag 2022 - Internet

Effetto moltiplica

Ho commesso un po’ di errori e usato un po’ troppa approssimazione nel post sulla dipartita da Apple di Ian Goodfellow e forse è meglio riparare in un post diverso per non snaturare quello originale.

Goodfellow, prima di tutto, era in Apple da aprile 2019 e non da quattro anni.

Zoë Schiffer non ha scritto un articolo ma un tweet, che è stato ripreso da altri media aggiungendo dichiarazioni da personale Apple in forma anonima.

È secondo queste dichiarazioni che Goodfellow si sarebbe riferito esplicitamente alla questione del ritorno al lavoro in presenza, mentre Schiffer riporta unicamente la dichiarazione sul desiderio di regole più flessibili per il suo team. Sembra ragionevole pensare che Goodfellow si riferisca indirettamente al rientro in ufficio, però non è esplicito e non è verificabile.

Ecco, anche, perché moltiplicare la notizia come sta facendo The Verge suona un filo artificioso. Un articolo di oggi titola Dipendenti Apple di rilievo scrivono lettere al management, si licenziano per via del rientro in ufficio.

È risaputo che un gruppo di dipendenti scontenti abbia scritto una lettera aperta ai vertici di Apple per lamentarsi del ritorno alla presenza e la lettera, mentre scrivo, ha totalizzato duemilacinquantasette firme.

Quello che non torna è la parte di rilievo nel parlare di dipendenti Apple che si licenziano in nome del lavoro smart. Non che i duemilacinquantasette siano per forza ultime ruote del carro, ma a livello di cariche importanti sappiamo solamente di Ian Goodfellow e anche di lui esiste solo un riferimento indiretto. Prima di alludere a un esodo di talenti di rango si potrebbe almeno aspettare di averne due.

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