Sono coinvolto in un lavoro di traduzione collettiva con l’associazione Copernicani, sull’argomento della privacy e del rispetto dei dati personali da parte del software.
Non descrivo la situazione per vantarmi, solo per collocarla: non è un gruppo di scappati di casa e l’ambito è diverso dagli hobby o dalle passioni amatoriali.
il lavoro completato andrà negli Stati Uniti dove risiede l’autore del testo originale, per le lavorazioni successive.
il software che abbiamo adottato è EtherPad nella forma concreta di FramaPad.
Requisiti di sistema zero, collaborazione al cento percento, problemi di compatibilità inesistenti, esigenze di aggiornamento assenti, riservatezza totale, comodità assoluta.
Se penso a quello che tanta gente paga in denaro, ingombro di dati, interfacce improbabili e inconvenienti tecnici vari, per fare lavoro persino più semplice in modo più difficile e involuto, mi viene il magone.
D’altronde, lo sperimento da tempo, una intera categoria di persone è determinata a rifiutare qualsiasi cambiamento, anche se lavora male, anche se sta male, anche se l’evidenza è chiara, comunque.
Questo è un problema, perché ognuno può fare quello che vuole. Ma sia chiaro chi è che rallenta gli altri, chi è di peso per la comunità, chi costringe tutti a fare tre passi avanti e due indietro. Non si parla di chi ha bisogno di aiuto, eh. Ma di chi ignora, consapevole, le proprie responsabilità comuni.