Assai meno grave rispetto ad altre notizie che purtroppo continuano ad arrivare dal centro dell’Europa e dintorni, nondimeno grave: la guerra mette a repentaglio una quantità importante di reperti storici e culturali, dal momento che gli invasori colpiscono indiscriminatamente.
Sono a rischio tanto i documenti analogici che quelli digitali, causa attacchi cibernetici, distruzione di centri dati e anche di normali abitazioni.
Sui dati digitali, è emerso il lavoro di Saving Ukrainian Cultural Heritage Online (Sucho), che coordina milletrecento volontari nel tentativo di preservare anche i bit oltre agli atomi; al momento si parla di oltre venti terabyte già messi in salvo, in maggioranza materiale digitale scandito presso musei, biblioteche e archivi ucraini.
L’iniziativa del Sucho è tanto più importante in quanto gli invasori dibattono apertamente della possibilità di azzerare l’esistenza dell’Ucraina come nazione e come popolo. Conservare testimonianze storiche, artistiche e culturali è di somma importanza in questa situazione.
Fermo restando che chiunque può contribuire all’azione di salvataggio semplicemente donando a sostegno dei costi, mi sono chiesto anche quanti documenti siano già andati persi, quante biblioteche siano state distrutte prima che fosse possibile digitalizzarne il patrimonio; è un caso nel quale la capacità di spostare bit potrebbe risultare importantissima.