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Dal mondo Apple all'universo digitale, in visualizzazione rapida dell'ovvio

26 ott 2021 -

Di venti in venti

Sono ricorsi i vent’anni di iPod e naturalmente Bill Gates aveva ragione: non sarebbe durato.

Peccato che avesse ragione come quello che guarda dalla finestra la pioggia che cade e commenta prima o poi smetterà, trascurando che l’unica informazione rilevante di tutta la situazione è esattamente quando accadrà.

iPod è oggi un evento storico, un cambio di pagina poderoso che ha trasformato la parabola di Apple in modo decisivo e veramente cambiato le vite.

È apparsa su AnandTech la recensione dei nuovi M1 Pro e M1 Max. AnandTech è un sito serio, non un qualunque Gizmodo dove una tipa qualunque definisce le prestazioni di M1 Max ridicolous (in modo molto positivo, è come se fosse tipo pazzesco) senza averne titolo.

Per questo fa specie leggere affermazioni così:

La gamma di test di velocità fp2017 ha più carichi di lavoro che sono più legati alla memoria ed è qui che M1 Max è assolutamente assurdo. I carichi di lavoro che mettono il maggiore stress sulla memoria hanno tutti un vantaggio di prestazione moltiplicato diversi fattori rispetto al meglio che hanno da offrire Intel e AMD. Le differenze di prestazione sono semplicemente folli.

L’autore è un super esperto e si riferisce a test specifici. La recensione è articolata e in altri settori il vantaggio di M1 Max si riduce, o anche si annulla: non è il chip perfetto che chiude l’era dell’informatica, ma l’eccezionale iterazione di una serie appena cominciata anche se affonda le radici in processi di produzione avviati anni e anni fa.

Che AnandTech usi questi toni, tuttavia, fa pensare; pensare che, come iPod ha lasciato un segno indelebile sulla storia degli ultimi venti anni, M1 – pardon, Apple Silicon – sia un eccellente candidato a farlo per i prossimi venti.

Per ora si può lasciare un commento dalla pagina apposita di Muut per QuickLoox. I commenti torneranno disponibili in calce ai post appena possibile.

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