Trovo tanta verità nella storia di Harry McCracken che quarant’anni fa pubblicò l’avventura testuale Arctic Adventure e oggi, a seguito di una serie di coincidenze fortunate, la ripubblica via web dopo, ed è qui il punto, essersi reso conto di un errore di programmazione che rendeva il gioco originale impossibile da terminare.
Quattro decenni più tardi l’errore è stato emendato e dalla pagina linkata si può apprendere l’intera vicenda, ma anche provare il brivido (appropriato, pensando al titolo) di cimentarsi con Arctic Adventure.
Tanta verità perché il software è più di un listato o di un supporto e perché con una sola semplice mossa si può fare giustizia di tante chiacchiere sulla sopravvivenza culturale dei giochi del passato e sulla perenne questione dei supporti che non dureranno per sempre. Sicuro; ma chi se ne occupa attivamente può aspirare all’immortalità funzionale delle sue opere. Trasposta sul web, Arctic Adventure potrà vivere felice per sempre o quasi.
Sarà possibile perfino arrivare in fondo.
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