Questi giorni rimarranno nella storia, in un modo o nell’altro, perché esce iOS 14.5, assieme a iPadOS stesso numero. Perché da oggi su iPhone e iPad un business che vuole fare soldi registrando il tuo percorso di navigazione su Internet, dovrà chiederti il permesso di farlo.
Storica perché finora questo è accaduto essenzialmente di nascosto. Doppiamente storica perché chi vuole potrà dire sì, seguimi pure. La scelta, il controllo della privacy personale viene lasciato alla persona. Non ci saranno più scuse, in qualsiasi direzione.
La cosa importante da capire è quella espressa molto bene da Pixel Envy:
mi sovviene l’idea della privacy non come qualcosa che si ha e che invece bisogna comprare; un componente tra i tanti in una lista.
Apple ha pubblicato un video di due minuti a illustrare il concetto di App Tracking Transparency. Due minuti, no, un minuto e cinquantasei. Chi abbia dubbi, lo guardi.
Craig Federighi, responsabile software di Apple, spiega in un video basilare di otto minuti che è l’inizio di una partita tra gatti e topi: le aziende provano e proveranno ad aggirare le restrizioni al tracciamento indesiderato.
Senza contare che, fuori dall’infrastruttura di Apple, ci si trova di nuovo in mare aperto, dove vale tutto. Insomma è un inizio, non una conclusione, di un processo che sarà come quello della sicurezza, dove il problema non si risolve mai in modo definitivo e piuttosto si mira a raggiungere livelli di elevati di protezione grazie a una attenzione costante.
In uno svolgersi di eventi apparentemente slegato da questi, Federico Viticci ha deciso di abbandonare il servizio di posta Hey di Basecamp, che usava – lui e tutto lo staff che gravita attorno a MacStories – per rivolgersi ad altri.
I'm a user, and paying customer, of Basecamp products.
— Federico Viticci (@viticci) April 26, 2021
Their new policy of silencing workplace discussion of political and societal issues forces me to consider taking my business elsewhere. Disappointing, shortsighted, and out of touch. Just wrong.https://t.co/dPCCIAVRXd pic.twitter.com/pHsSp1OKmY
Il motivo? Basecamp ha deciso (oltre a varie altre cose) che sull’account aziendale non si parla di politica o di problematiche sociali.
A Viticci interessa (e ci mancherebbe) avere per la propria attività un servizio di eccellenza. Al tempo stesso, desidera che chi glielo fornisce si trovi sulla sua linea rispetto a certi valori.
Si noti come il torto o la ragione, qui, siano nozioni irrilevanti. Il punto focale è questo: unire la valutazione professionale a quella su valori altri.
Qui il cerchio si chiude. Arriverà il momento in cui si sceglierà un servizio (anche) sulla base del rispetto della privacy.
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