Software sbagliato non per quello che fa, ma per quello che consente di fare. Word come contenitore di file .zip. Excel comprato per fare tabelle brutte e disfunzionali. WordPress pretesto per installare i plugin più tossici e creare le peggiori esperienze web. PowerPoint, per dire slaid, sentirsi in controllo e presentare da schifo.
Ieri ero sul Mac di altri. Trovato un malware-adware talmente sfrontato che aveva perfino un’icona dentro le Preferenze di Sistema. Chi fosse interessato cerchi SkilledObject; non linko nulla perché arrivano un sacco di siti che spiegano come toglierlo. E con quella scusa cercano di farti installare altro adware.
Ma come ci è arrivato? Guardo in cartella Applicazioni, eccolo lì: sedicente installatore di Flash, proveniente da sito nei bassifondi di Internet.
Mica per niente Flash è morto, ma ancora neanche vuole ammetterlo. Il contenuto tecnico di Flash interessa zero e quello zero interessa a nessuno.
Conta che nella testa delle persone sia rimasta l’idea di installare un player di Flash comunque, non importa perché; qualcosa fa. Non serve che arrivi da un sito sicuro, ce l’hanno tutti. È software di bassa lega, quindi l’esperienza di scaricarlo (che dovrebbe essere rivelatrice: come si mangerà in un locale che ti accoglie in modo scortese?) può essere discutibile. Vale tutto.
Vale tutto giustifica la brutta pubblicità ovunque e perfino nelle app, i social vissuti sciattamente, l’abolizione di qualsiasi criterio di valore diverso da costa meno, l’esaltazione dell’ignoranza come sistema di vita.
Sembra una tirata retorica. Lo è. La guerra contro i cattivi programmi non si fa perché funzionano male. Funzionano benissimo. Fanno pensare male ed è questo il problema.
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