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Dal mondo Apple all'universo digitale, in visualizzazione rapida dell'ovvio

24 nov 2020

Artificiale sarebbe un complimento

Su Twitter infuria, tra mille thread, quello dedicato ai chirurghi che fotografano momenti o esiti delle proprie operazioni e iPhone che interpretano gli scatti come cibo. Si trovano centinaia di contributi.

Conosco la materia per avere partecipato come giornalista a un paio di congressi di videochirurghi e sono abbondantemente vaccinato contro l’effetto splatter. Qualcuno potrebbe trovarsi imbarazzato o disgustato nei confronti di immagini non consuete e, nel caso, lo prego o la prego di fidarsi e proseguire oltre.

Si noterà che il chirurgo accenna alla intelligenza artificiale di iPhone e questo era il punto. C’è machine learning, apprendimento meccanizzato, un progresso scientifico importante e agli inizi.

Per il resto, di intelligente non c’è nulla e almeno artificiale potrebbe essere un complimento, perché indicherebbe quantomeno un lavoro da parte di qualcuno; invece sono elucubrazioni di una rete neurale, che produce confusione e ambiguità. Peggio ancora, la rete è chiusa in se stessa, senza possibilità di crescere o scegliere una strada diversa da quella che le è stata indicata.

Ci fosse intelligenza, artificiale oppure no, distinguerebbe una infezione al piede da un bollito. O comunque si chiederebbe se non ci sia qualcosa di strano.

iPhone migliorerà e un giorno individuerà perfettamente le foto scattate dal chirurgo in sala operatoria, capace di distinguerle da quelle scattate al ristorante. In tutte le case ci sarà un’unità di machine learning a ottimizzare la spesa, i consumi energetici, i bucati eccetera.

Ricordiamoci, ora come allora, di considerare la macchina come un ausilio, amplificatore, potenziatore, invece che come un sostituto. I computer sono splendidi nel percorrere a velocità mostruosa i percorsi conosciuti. È all’uomo che compete la capacità di fare un singolo, sorprendente, decisivo passo laterale inaspettato e creare qualcosa di completamente nuovo.

Cosa che i computer (lo dice un sostenitore dell’intelligenza artificiale forte) neanche tra un secolo.

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