Ci eravamo lasciati a gennaio 2019 con il tentativo di recuperare i dati perduti su un disco Ntfs di amici tramite una duplicazione del disco con dd, stroncato dalla mano innocente e inesorabile della secondogenita.
Il vero problema non era quello genitoriale, ma l’estrema lentezza della procedura. Così ho deciso di riprovare con ddrescue, programma parente di dd e, come dice il nome, indicato per soccorrere dischi in difficoltà.
ddrescue non è affatto più veloce di dd, anzi. Però salva un log dal quale si può riprendere un salvataggio interrotto da un blackout o da una figlia informaticamente sciagurata.
Bene. Settembre 2020: ce l’ho fatta. Quei dannati settantacinque giga di dati sono stati finalmente recuperati e messi su un più normale disco Hfs+.
Ci ho messo effettivamente meno di venti mesi. Durante l’estate del 2019 e quella del 2020 il lavoro di ddrescue si è fermato, con il proprietario al mare e un blackout a casa a spegnere tutto.
E poi a settembre 2019 stavo arrivando a destinazione… quando, a pochissimo tempo dalla conclusione del lavoro, è morto il disco di recupero, quello buono, su cui riportare i dati. Ho dovuto ricominciare.
Oggi, dopo circa dieci mesi dal secondo tentativo, l’operazione è riuscita. Il paziente è vivo, parlo del mio amico che finalmente rivedrà i suoi dati.
Ammetto che c’erano opzioni più rapide ed efficaci, di cui si può leggere nei commenti al primo link, frutto della competenza di Sabino. Ma io non sapevo che dd o ddrescue si sarebbero rivelati così lenti. Quando ho capito che erano lenti, ho fatto tentativi di variare la configurazione in modo da andare più veloce. Il primo problema è che per dominare ddrescue occorre una laurea all’università del tempo libero abbondante; il secondo è che ogni tentativo equivaleva a ripartire da capo con il lavoro.
Soprattutto, ammetto che se inizio un esperimento su Mac, sono disposto a molto pur di vedere come va a finire.