Delle tante iniziative di Solidarietà digitale voglio sottolineare quella di Valarea, che per tutto il periodo dell’emergenza aprirà le funzionalità premium della app gratuitamente a chiunque si registri.
In questi giorni sto facendo il giro del mondo dei sistemi di conferenza a distanza, audio, video, gesti, intenzioni, dire fare baciare. Per una volta sono d’accordo con Vice:
La tecnologia della videoconferenza ha avuto bisogno di un sacco di innovazione per arrivare alla mediocrità di massa.
Il peggio del peggio è Skype. A un certo punto è caduta la linea, come quarant’anni fa con la Sip in teleselezione. Il bello è che mi hanno richiamato e Skype si è rifiutato di rispondere. Avevo tre apparecchi diversi in attesa di accettare la chiamata e niente. Per lavorare uno fa di tutto, intendiamoci, ma Skype è umiliante.
FaceTime funziona bene. FaceTime Audio è un ordine di grandezza meglio di una chiamata cellulare e oramai capita spesso che ci si parli da iPhone a iPhone, non capisco veramente perché la gente scelga di ascoltare male. Però poi ho dovuto usare Messaggi per una condivisione schermo e non ci siamo riusciti.
Mentre attendevo la (ri)chiamata su Skype è arrivato il momento di un’altra videoconferenza, su Google Meet. Questa è partita perfettamente (non era questione di linea, né di hardware, ma proprio di Skype) e in onestà ha funzionato. Lo speaker del momento è sparito a volte per un secondo o due ma è sempre ritornato e la conferenza complessiva è rimasta in piedi. Usabile.
Discord è fatto bene e offre qualità buona. L’unico problema è che ha la fama di app per i videogiocatori. Prova a proporlo a gente che usa Word anche per lavarsi i denti; impossibile.
Valarea non è un grande nome eppure ho avuto occasione di provarlo in via riservata e merita più esposizione di quella che ha. È una app in via di veloce maturazione; non è ancora perfetta e però, come soluzione completa di conferenza e collaborazione insieme, è già alcuni passi avanti a molta concorrenza blasonata. La collaborazione non è solo banale condivisione dello schermo o interscambio di file, come in altre parrocchie, ma c’è la reale possibilità di creare informazione collettivamente in tempo reale. E registrarla.
Una delle direzioni di sviluppo in cui deve crescere è il supporto nativo di Mac, dove va usato Chrome (Safari funziona, ma è assai più lento). Su iOS invece c’è una app come si deve e tutto è svelto e pratico.
Se mi capiterà di promuovere una prossima sessione di collaborazione a distanza proporrò sicuramente Valarea; di quello che ho provato questa settimana, è l’unico sistema che non mi è andato stretto.