Citazione dal critico culturale tedesco Walter Benjamin, risalente al 1915:
Il modo in cui è organizzata la percezione sensoriale umana e il mezzo nel quale viene raggiunta sono determinati non solo dalla natura ma dalle circostanze storiche.
Ancora:
In un mondo di produzione di massa di immagini, è la tecnologia a dettare le nostre aspettative visive.
Lo ricorda il podcaster tecnologico Wade Roush a proposito di Pro Display Xdr. Un pezzo abbastanza anodino, ma di respiro abbastanza ampio da spiegare come Xdr stia per Extreme Dynamic Range, una condizione di visualizzazione che vuole andare oltre una tecnologia evoluta e recente come Hdr, High Dynamic Range, già diffusa su qualunque computer da tasca degno del nome.
I Led dietro lo schermo di Pro Display Xdr proiettano luce blu, non bianca, spiega Roush. La luce blu può essere emessa da un singolo chip e quindi controllata con più precisione; nel caso del monitor Apple, racconta uno degli ingegneri che ci ha lavorato, la luce blu attraversa un substrato di correzione cromatica e poi subisce una trasformazione quantistica che genera tutti i colori dello spettro ottenibile.
Qualcuno è in grado di programmare app o un sistema operativo per Pro Display Xdr usando Pro Display Xdr come piattaforma di elaborazione? Ne dubito. Eppure, è un computer:
Un nuovo controller di temporizzazione modula non solo i pixel Lcd ma le fonti di luce che gli stanno dietro, analizzando il contenuto e per esempio spegnendo i Led in tutte le aree che dovrebbero essere nere. “L’algoritmo contenuto nel controller applica una orchestrazione armoniosa del tutto”, spiega Vincent Gu [ingegnere Apple]. “Stiamo eseguendo molta computazione e intensa”.
Già, qualcosa che computa è un computer.
L’articolo termina con una ultima citazione di Benjamin:
L’ingrandimento di una istantanea non si limita a rendere più preciso ciò che era già visibile, per quanto poco chiaro: rivela formazioni strutturali del soggetto interamente nuove.
Ecco, un altro modo di vedere Pro Display Xdr, diverso dalle battute sullo stand da 999 dollari e forse più producente.
Apparso sulle pagine di quella famigerata rivista di tifosi ciechi e acritici, Scientific American.