Apple fa sempre troppo poco. Invece di salvare il mondo con parole d’ordine facili o con l’illusione che sia sufficiente rinunciare alle cannucce in plastica, annuncia insieme a Tiffany che si rifornirà di oro in Alaska solo da estrattori che nel contempo lavorano per ripristinare o migliorare i percorsi di migrazione dei salmoni.
Qualche anima bella è convinta che la via da percorrere sarebbe non estrarre oro e possibilmente nient’altro. Sedersi e aspettare la morte.
Qualcun altro dirà appunto che è troppo poco. Perché darsi un obiettivo concreto, realistico e verificabile, al posto di sparare slogan apocalittici ai quali si può rispondere con un contentino e sentirsi a posto?
A fronte delle visioni pseudoreligiose sull’ambiente da cui siamo ultimamente assediati, Apple agisce in modo preciso e definito, in modo che più di laico definirei incarnato. Presente materialmente, effettivo, definito, con confini precisi, volendo anche criticabile per chi volesse criticarlo.
È l’unico modo in cui mi sento in grado di formarmi un giudizio senza sentirmi una mosca cocchiera.