Vale sempre la pena di arrivare fino alla darsena di Savona quando c’è di mezzo All About Apple. L’idea di aprire il museo in notturna per rivivere lo sbarco sulla Luna di cinquant’anni fa è stata geniale.
Sono ripartito, classica situazione di volente o nolente, prima del fatidico small step di Armstrong e però ho fatto in tempo a vedere cose incredibili. Visitatori casuali del sabato sera avvinti da una lezione teorica sui razzi vettori per lo spazio; gente comune in fila per gettare un’occhiata a Giove attraverso un telescopio, con la piazza al buio per accordo con l’amministrazione; autorità affascinate dalla passeggiata lunare in realtà virtuale.
Su tutto questo sì innesta la proverbiale ospitalità dello staff, che oltre alle presentazioni e alle ricostruzioni minuto per minuto ha formito dosi ricostituenti di focaccia ligure ben oltre la mezzanotte e avrei dato molto per restare fino all’alba e godere di una colazione speciale.
Sarà per un’altra volta, perché il museo c’è, vitale e pulsante per quanto animato da volontari illuminati e poco altro. Questa nottata ha fugato qualunque dubbio sulla validità di questo progetto, ove ve ne fossero stati; eravamo circondati dalla storia di Apple e affascinati, nell’occasione, da quella dell’esplorazione spaziale. Cultura attorno a cultura, storia nella storia, patrimoni dell’umanità a contatto. Il museo vive di passione e sacrifici, non solo di tempo, e uno sponsor anch’esso illuminato farebbe gran comodo, su cifre più che abbordabili per un business aziendale decente e buonissime possibilità di contatto; la sede è a due passi letterali dall’imbarco delle grandi navi da crociera e dalla zona più turistica del porto. Parlatene all’imprenditore, al dirigente più vicino.
So bene che l’anniversario dello sbarco era trendy; due ore di autoradio per arrivare in piazza De André e non si è sentito altro. Eppure a Savona è stato trattato in modo unico, umano e coinvolgente, a portata di tutti eppure di alto livello scientifico.
Ci mancano avventure come l’Apollo 11, diceva uno dello staff mentre puntava il telescopio su Saturno. Senza quel fascino è difficile coinvolgere il pubblico sull’esplorazione dello spazio.
Ci mancano anche momenti di vera condivisione ed esperienza. AAAllunati è stato un momento molto bello perché ha unito la scienza e il contatto umano. In questo clima storico e culturale, è operazione da pionieri.