Gli autori di un certo sito sono convinti che Google gli rubi testi di canzoni. Come incastrare però Big G, in una rete dove la violazione del copyright è più praticata della colazione del mattino?
Hanno avuto un’idea lunimosa e hanno iniziato a alternare apostrofi tipografici con altri dritti, secondo uno schema che potesse servire come validazione dei risultati.
Effettivamente Google ha rubato quei testi ed è stata scoperta. Il tutto perché nella cultura aziendale è scarsissima l’attenzione alla tipografia e nessuno si è curato che gli apostrofi fossero corretti, prima d ripubblicare la refurtiva.
Se c’è una lezione, è che una buona tipografia apre orizzonti. E chiude all’occorrenza la strada al plagio.