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Dal mondo Apple all'universo digitale, in visualizzazione rapida dell'ovvio

6 mar 2019

Tutto e dovunque

Merita attenzione il lavoro di PureOS, impegnata nel sogno utopico eppure necessario di offrire una piattaforma interamente libera, open source, dal primo hardware all’ultimo software. Attenzione doppia nel momento in cui annuncia un framework che rende responsive le app come fossero siti web; in funzione dello schermo in cui si trovano i menu si allargano, restringono, diventano pulsanti, spariscono per essere suscitati da un gesto eccetera. Il codice è uno solo e la app offre sempre la migliore interfaccia possibile.

Risultato lodevole per una iniziativa che non ha miliardi da spendere e si regge sull’entusiasmo. Diverso è pensare che siano più avanti degli altri. Steve Throughthon-Smith, che è uno sviluppatore solitario e miliardi da spendere ugualmente non ne ha, ha appena presentato lo strumento Marzipanify, che sfrutta il lavoro di Apple (progetto Marzipan) dedicato a fare funzionare su Mac le app di iOS per applicarlo velocemente alle app già esistenti.

Questo lavoro è inevitabilmente provvisorio perché Apple cambierà tutto quello che ritiene sia da cambiare mentre ci si avvicina al raduno mondiale degli sviluppatori, Wwdc. Eppure la fattibilità è dimostrata e si tratterà solo di smussare gli angoli dì Marzipanify per arrivare agli utenti comuni.

Nota interessante: l’evoluzione va evidentemente nella direzione di avere app che girano dovunque e non un sistema operativo comune tra desktop e mobile. Cioè vanno in fumo anni di sciocchezze propalate da analisti e giornalisti davvero poco preparati sull’idea dell’inevitabile fusione tra iOS e macOS.

Dove funzionano computer da tasca oggi si trovano iOS oppure Android, che hanno come contraltare sul desktop macOS oppure ChromeOS. C’era anche Microsoft, unica a sostenere l’idea del sistema operativo unico. Oggi il sistema operativo Microsoft, a livello di computer da tasca, è irrilevante.

Giusto un promemoria per i ragazzi di PureOS che sono gente simpatica. OK le app, ma è meglio un sistema operativo dedicato all’apparecchio su cui gira che un ibrido con la pretesa di fare funzionare tutto e dovunque come se i compromessi n0n facessero più parte del lavoro di sviluppo software.

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