Grande risalto all’ annuncio di Apple per cui le vendite di iPhone saranno ben sotto le previsioni originarie e posso capire che i miliardi di fatturato mancanti stimolino i polpastrelli. Eppure sembra che nessuno voglia veramente inquadrare la notizia nella sua giusta dimensione, men che meno Engadget quando titola Apple sa che l’epoca del cambio annuale di iPhone è finita.
Non è neanche mai iniziata. Lo scorso marzo Horace Dediu di Asymco aveva stimato la vita media di un apparecchio Apple in poco più di quattro anni, aggiungendo che due terzi di tutti gli apparecchi mai venduti da Apple erano in attività.
Ognuno arriva con la spiegazione che aveva in mente già prima e attendeva solo l’occasione per esprimere: non c’è più innovazione dai tempi di Steve Jobs, i prezzi sono troppo alti, la qualità non è più la stessa, la concorrenza è sempre più vicina e vai con il valzer del disco rotto, ripetere la stessa cosa ogni anno la fa sembrare un po’ più vera.
Nessuno cui venga in mente che, se fossero vere tutte queste motivazioni, ognuna di esse sarebbe fin troppo blanda e, quindi, brandirla a mo’ di clava come se fosse decisiva si rivelerebbe comunque sbagliato.
Una cosa che Apple certamente sapeva, ma Engadget si è ricordata solo dopo il titolo, è che il recente programma di ricambio batteria di iPhone a prezzo ridotto ha spinto molte persone a cambiare batteria invece che comprare un iPhone nuovo. Altra cosa nota sono i problemi in Cina, che esistono da sempre perché in Cina iOS non ha un reale vantaggio competitivo: lì conta solo usare WeChat, usato in mille modi che trascendono la messaggistica, e la piattaforma su cui gira conta poco. E la Cina attualmente è l’unico mercato possibile dove cercare crescita reale.
Come al solito Apple si distinguerà, nel bene o nel male, non tanto per quanti iPhone continuerà o meno a vendere, ma per come si preparerà al futuro dopo iPhone, che arrivi domani o tra un quarto di secolo.